Forme di integrazione e vita quotidiana di un
popolo in esilio Inchiesta giornalistica su Nor Arax, villaggio costruito a Bari nel 1926 per
ospitare un gruppo di armeni scampati al primo genocidio europeo del XX secolo.
Il lavoro si serve di strumenti storiografici, sociologici e semiotici per
ricostruire la storia di questo antico popolo e, grazie a testimonianze dirette
e materiali inediti, la vita quotidiana del villaggio, rintracciando e
proponendo modelli di integrazione socioculturale adattabili all'attuale
contesto multietnico italiano ed europeo.
nor arax, un caso di accoglienza e di salvezza
per oltre cento armeni scampati al genocidio
pubblicata la tesi di laurea di valerio droga
Palermo, 25 settembre 2012–
Per oltre cento armeni sopravvissuti al primo genocidio europeo del XX secolo,
Bari rappresentò la salvezza e una nuova patria. Era il 1926 quando alla
periferia del capoluogo pugliese venne edificato il villaggio di Nor Arax,
cioè "Nuovo Arasse", dal nome del fiume storico armeno.
La tesi (titolo: Nor
arax, enclave armena in territorio italiano. Forme di integrazione e vita
quotidiana di un popolo in esilio) si presenta come un'inchiesta
giornalistica di tipo sociologico e al tempo stesso un saggio, che,
iniziando da una analisi di articoli di quotidiani, attraversa la calda
attualità per poi affrontare una ricerca storiografica sul popolo armeno,
fino alla diaspora in Occidente e in Italia in particolare.
Da qui comincia la
ricostruzione della storia e della vita quotidiana di Nor Arax,
attraverso interviste e colloqui con esperti e studiosi, pubblicazioni, articoli
e materiali di archivio, alcuni dei quali inediti, ma soprattutto grazie alla
raccolta di testimonianze dirette di alcuni tra coloro che in passato
hanno abitato nel villaggio.
Unendo quindi metodologia
sociologica e metodologia semiotica, la tesi si spinge a costruire e
proporre modelli di integrazione socioculturale, estensibili anche
all'attuale e delicato contesto multietnico italiano ed europeo.
A conclusione, il lavoro si
sofferma sul tema della memoria, chiarendo le ragioni della negazione
(anche da parte di alcune vittime), definendo il binomio
incomunicabilità-inaudibilità e ponendo l'attenzione sul cosiddetto "genocidio
bianco", che a distanza di anni dalla tragedia continua a colpire l'esercito
inerme degli inascoltati. Il genocidio armeno, noto come Metz Yeghérn,
venne perpetrato in Turchia durante la prima guerra mondiale e tutt'oggi non è
riconosciuto da Ankara, anzi il codice penale turco punisce i suoi cittadini che
si ostinano a definirlo appunto "genocidio". È risaputo che Adolf Hitler
si ispirò a questa pagina di storia per programmare l'eliminazione degli ebrei,
tant'è che nel 1939 disse ai più restii: "Chi si ricorda più, oggi, dello
sterminio degli armeni?".
Contestualmente alla tesi è
stato realizzato un breve documentario dal titolo Nor Arax, ritorno
alla memoria, visualizzabile sul canale Youtube al link:
http://www.youtube.com/watch?v=2mv3FKU6KI8.
Il volume della tesi è
acquistabile online sul sito ilmiolibro.it,
link diretto alla pagina
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=872548 (formato A4, 320
pagine, € 16,50).
Il volume è opera del
giornalista palermitano Valerio Droga che gli è valso, oltre alla menzione in
sede di laurea, il Premio giornalistico "Mario Francese" per la sezione
dedicata alle tesi di laurea nel 2008. |